A partire dal 2025, i buoni postali fruttiferi e i titoli di Stato detenuti dai risparmiatori italiani sono oggetto di una riforma importante nella determinazione dell’ISEE. Questa modificazione incide sulla platea di beneficiari dei servizi sociali, sulle famiglie e sulle strategie di pianificazione patrimoniale. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ossia l’ISEE, costituisce lo strumento cardine utilizzato per accedere a prestazioni assistenziali come assegni unici, borse di studio, mense scolastiche, case popolari e numerose altre forme di supporto pubbliche.
Buoni postali e ISEE: cosa cambia dal 2025
Fino al 2024, nel calcolo dell’ISEE si teneva conto dell’intero patrimonio mobiliare detenuto dal nucleo familiare.Conti correnti, titoli di Stato, obbligazioni, azioni e buoni postali contribuivano a determinare la quota di patrimonio che va aggiunta ai redditi per stabilire l’indicatore finale. Dal 2025, però, il Governo ha modificato la normativa: ora è possibile escludere dal calcolo dell’ISEE i buoni postali fruttiferi, i BTP e i libretti di risparmio postale fino a 50.000 euro complessivi per ciascun nucleo familiare.
Questa novità, riportata nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sarà realmente applicabile solo da aprile 2025, quando verrà aggiornata la modulistica per la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Sino a tale data, il valore mobiliare dei buoni postali continuerà a comparire per l’intero importo tra le risorse considerate ai fini della valutazione ISEE.
Limiti e modalità di esclusione dal patrimonio mobiliare
L’esclusione dal calcolo dell’ISEE dei buoni postali riguarda solo la parte del patrimonio che non supera i 50.000 euro. Se una famiglia possiede più strumenti, la soglia viene applicata al totale sommato dei Titoli di Stato e dei buoni fruttiferi postali detenuti. Facciamo un esempio concreto: chi possiede 10 buoni postali del valore di 10.000 euro ciascuno, per un totale di 100.000 euro, potrà escludere solo 50.000 euro dal patrimonio mobiliare considerato ai fini ISEE. La restante parte, cioè gli altri 50.000 euro, entrerà nel calcolo .
Le regole sono indipendenti rispetto alla scelta dei titoli da escludere: è sufficiente che la soglia totale non sia superata. I criteri operativi sono quindi molto semplici:
- Indicare nell’ISEE l’intero patrimonio;
- la parte fino a 50.000 euro tra titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti postali viene esclusa automaticamente dalla somma considerata come patrimonio ai fini dell’indicatore;
- l’eccedenza oltre i 50.000 euro concorre invece al calcolo dell’ISEE.
Non ci sono limiti che riguardano invece gli importi detenuti in strumenti finanziari diversi, come fondi comuni d’investimento, azioni o depositi bancari esteri: questi rientrano sempre nel computo dell’ISEE senza agevolazioni.
Perché questa modifica? Vantaggi e scenari nuovi
L’obiettivo principale della riforma è favorire il risparmio privato verso le forme d’investimento a sostegno dello Stato italiano, premiando chi acquista e detiene a lungo termine strumenti come BTP, CCT, buoni del Tesoro e buoni fruttiferi postali.
Questa esclusione può abbassare sensibilmente il valore dell’ISEE delle famiglie italiane, specialmente di quelle che hanno accumulato una parte consistente dei propri risparmi in buoni postali o titoli di Stato. La riduzione dell’indicatore ISEE comporta i seguenti effetti:
- Maggior facilità di accesso alle prestazioni sociali erogate da Comuni, Regioni o università;
- potenziale aumento dell’importo dell’assegno unico universale;
- incremento del numero di famiglie beneficiarie di sgravi fiscali e riduzioni su tariffe di servizi pubblici.
In particolare, l’Assegno Unico Universale è una delle misure più impattate, perché il suo importo varia direttamente in funzione dell’ISEE: un indicatore più basso si traduce in un beneficio più alto o in una platea più ampia di beneficiari. Il Governo, per questo motivo, ha previsto una copertura finanziaria aggiuntiva di 44 milioni di euro annui per compensare la crescita dei costi associati all’allargamento della base dei percettori.
Come aggiornare la DSU e calcolare il nuovo ISEE
Per mettere a frutto la nuova normativa occorre presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) utilizzando i moduli che verranno aggiornati nei primi mesi del 2025. Non sarà necessario operare particolari scelte: basta dichiarare il patrimonio mobiliare come sempre, lasciando che il sistema escluda automaticamente fino a 50.000 euro tra buoni postali e titoli di Stato.
Per alcuni casi particolari — ad esempio nel caso di genitori non sposati ma inclusi nel nucleo del figlio minorenne per motivi di prestazioni — resta necessario consultarsi con il proprio CAF di riferimento per eventuali eccezioni e chiarimenti rispetto all’applicazione della soglia di esclusione.
Impatti sugli enti locali e università
I Comuni e le Università potrebbero trovare necessario rivedere le soglie ISEE di accesso alle loro prestazioni e servizi (borse studio, alloggi, mense) per mantenere equilibrio tra la maggiore richiesta prevista e le risorse disponibili. Alcuni enti potrebbero decidere di rimodulare le fasce ISEE o aggiornare temporaneamente i meccanismi di selezione per evitare un aumento fuori controllo dei beneficiari .
Consigli operativi per i risparmiatori
Chi possiede buoni postali o altri titoli di Stato, e intende beneficiare della nuova agevolazione, dovrebbe:
- verificare la composizione dettagliata dei propri strumenti finanziari presso la banca o la posta;
- presentare la DSU appena la nuova modulistica entra in vigore;
- valutare insieme a un professionista (CAF, commercialista) eventuali ulteriori strategie per ottimizzare la situazione patrimoniale e l’accesso alle agevolazioni sociali;
- tenere traccia delle comunicazioni ufficiali da parte dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate per eventuali ulteriori mutamenti normativi.
Va infine ricordato che l’ISEE rappresenta uno degli strumenti fondamentali non solo per l’accesso ai servizi pubblici, ma anche per delineare il profilo di rischio fiscale e sociale del nucleo familiare. Effettuare una corretta valutazione e gestione dei buoni postali rappresenta un’opportunità concreta per ottimizzare la posizione economica dichiarata verso lo Stato.