Il tessuto non tessuto è un alleato prezioso nell’orto moderno, ampiamente utilizzato per la protezione delle colture da freddo, vento, grandine e parassiti. Negli ultimi anni la sua popolarità è cresciuta grazie alla facilità d’uso e ai benefici garantiti per la crescita di numerose specie orticole. Tuttavia, molti orticoltori commettono un errore comune relativo al drenaggio dell’acqua, sottovalutando un aspetto tecnico che può pregiudicare la salute dell’intero raccolto.
L’utilizzo corretto e le proprietà del tessuto non tessuto
Il tessuto non tessuto, spesso abbreviato TNT, è un materiale leggero costituito da fibre naturali o sintetiche disposte casualmente, non intrecciate come nei tradizionali tessuti. Le fibre vengono incollate per via termica o tramite l’impiego di speciali adesivi, dando vita a fogli traspiranti, permeabili all’acqua e all’aria, ma in grado di limitare la dispersione di calore e di protegge dagli eventi atmosferici più aggressivi (tessuto non tessuto su Wikipedia). Questo materiale è largamente adottato non solo in orticoltura ma anche come geotessile nei sistemi di drenaggio dei terreni.
Nell’orto, le funzioni principali del tessuto non tessuto includono:
- Protezione delle piantine appena germogliate, soprattutto nelle semine precoci.
- Riparo delle colture dai fenomeni climatici estremi come gelate, grandine o forte vento.
- Creazione di un microclima favorevole che accelera la crescita e favorisce il secondo raccolto.
- Riduzione della crescita di infestanti limitando la luce al terreno.
- Mantenimento di un giusto livello di umidità nel suolo, poiché il materiale riduce l’evaporazione.
Errore comune: il fraintendimento del drenaggio
Uno degli errori più diffusi, spesso commesso anche da orticoltori esperti, riguarda l’uso del TNT in relazione al drenaggio del terreno. Molti pensano che, essendo il tessuto traspirante e permeabile, basti semplicemente appoggiarlo sopra il terreno coltivato senza prestare particolare attenzione alla preparazione del substrato sottostante.
In realtà, il vero errore consiste nel ignorare la necessità di un drenaggio efficace: un terreno non adeguatamente drenato, coperto dal tessuto non tessuto, può facilmente trattenere troppa acqua. Questo eccesso di umidità viene ulteriormente trattenuto dal telo che, pur lasciando passare l’acqua, rallenta l’evaporazione e la reimmissione nel ciclo naturale.
La conseguenza più frequente è il ristagno idrico, soprattutto in terreni argillosi o poco lavorati. Un ambiente eccessivamente umido favorisce lo sviluppo di muffe, funghi e marciumi radicali, mettendo a rischio la salute delle colture e compromettendo i risultati dell’orto . Questa problematica emerge specialmente quando il TNT viene impiegato in combinazione con altre tecniche di pacciamatura o durante stagioni particolarmente piovose.
Tecniche corrette di drenaggio nel suolo coperto da TNT
Per sfruttare appieno i benefici del tessuto non tessuto e evitare errori sul drenaggio, è fondamentale adottare alcune semplici ma cruciali pratiche:
- Lavorazione accurata del terreno: prima di stendere il tessuto, occorre smuovere bene il suolo, eliminare eventuali compattamenti e arricchirlo con sabbia o materiali organici per aumentarne la permeabilità.
- Creazione di un letto di semina rialzato: sollevare leggermente le aiuole rispetto al livello del terreno favorisce il deflusso dell’acqua in eccesso.
- Utilizzo di canalette di scolo: prevedere semplici fossi o canaline laterali permette una migliore gestione delle acque meteoriche e di irrigazione.
- Scelta del tessuto adatto: esistono TNT di diversa grammatura; i più idonei per il drenaggio sono quelli con massa di almeno 150g/m², capaci di lasciare passare l’acqua ma di trattenere i detriti solidi .
- No all’appiattimento eccessivo del telo sul terreno: è importante stendere il tessuto in modo uniforme ma mai troppo teso, così da non ostacolare i microcanali naturali che favoriscono il drenaggio.
Non bisogna mai confondere il tessuto non tessuto utilizzato sui letti di coltivazione con geotessili professionali per drenaggi strutturali. In orticoltura il TNT ha uno spessore e una grana pensati per protezione e microclima, mentre nei sistemi di drenaggio geotecnico si usano materiali specifici, più pesanti e resistenti per separare terreno e ghiaia, favorendo un vero e proprio deflusso controllato delle acque.
Ulteriori consigli pratici per un orto sano e produttivo
Oltre al tema del drenaggio, chi desidera utilizzare il tessuto non tessuto nell’orto dovrebbe:
- Rimuovere il telo nelle giornate di sole intenso o nelle ore centrali della primavera per favorire l’impollinazione e limitare il rischio di surriscaldamento .
- Tenere regolarmente sotto controllo l’umidità del terreno, anche tramite sondaggi manuali, così da individuare rapidamente eventuali ristagni perniciosi.
- Pulire e riutilizzare il tessuto laddove possibile, soprattutto nei casi di coltivazioni scalari o ortaggi pronti in tempi diversi.
- Associare il TNT a pacciamature organiche leggere nei periodi caldi, per ulteriormente bilanciare l’apporto di acqua e la protezione dai parassiti.
- Alternare periodi di copertura e scopertura, modulando la protezione a seconda della stagione e delle specifiche esigenze delle piante coltivate.
L’esperienza mostra che il tessuto non tessuto non è una soluzione “universale”, ma uno strumento da conoscere e usare con consapevolezza. Esso può migliorare notevolmente il rendimento e la salute dell’orto, ma solo se integrato in una gestione agronomica attenta agli equilibri di luce, acqua e aria. Prestare attenzione al drenaggio, abbinando buone pratiche d’irrigazione e una corretta scelta del materiale, permetterà alle vostre coltivazioni di beneficiare appieno di questa straordinaria innovazione, senza incorrere nel rischio di errori che potrebbero vanificare tempo e fatica.