Vuoi sapere se hai le difese immunitarie basse? Ecco le analisi giuste da fare

Sentirsi frequentemente stanchi, soggetti a infezioni ricorrenti come raffreddori, mal di gola o herpes, oppure percepire una lentezza nei tempi di guarigione da piccoli tagli o ferite, può essere un segnale che il nostro organismo sta attraversando un periodo di fragilità dal punto di vista immunitario. In queste situazioni, si fa strada il dubbio di avere le difese immunitarie basse. Questo stato non è una diagnosi autonoma, ma indica una condizione in cui il sistema immunitario risulta meno efficiente nel difendere il corpo da agenti patogeni esterni come batteri, virus e funghi.

Cosa significa avere le difese immunitarie basse?

Quando si parla di difese immunitarie basse si fa di solito riferimento a una riduzione del numero e/o della funzionalità dei globuli bianchi presenti nel sangue. Queste cellule, dette anche leucociti, costituiscono la “prima linea” di difesa contro le infezioni e sono parte integrante del sistema immunitario.

Il termine medico più preciso in tale contesto è leucopenia, cioè un decremento dei globuli bianchi circolanti. Una situazione di questo tipo può avere diverse cause, tra cui infezioni croniche, stress prolungato, carenze nutrizionali, malattie autoimmuni, trattamenti farmacologici come immunosoppressori o chemioterapia.

Non sempre, tuttavia, la presenza di sintomi aspecifici deve essere interpretata come segno di un reale deficit immunitario, motivo per cui è importante sottoporsi a analisi specifiche e consultare il medico per un corretto inquadramento.

Sintomi e segnali spia del sistema immunitario indebolito

Molte persone si chiedono come poter riconoscere un’eventuale disfunzione delle proprie difese immunitarie. Non esistono sintomi unici e specifici, ma possono essere considerati dei campanelli d’allarme:

  • Infezioni frequenti e ricorrenti (raffreddori, bronchiti, cistiti, candidosi)
  • Febbre persistente o di origine sconosciuta
  • Tendenza a sviluppare herpes o afte orali
  • Ferite che faticano a guarire
  • Affaticamento cronico e senso generale di debolezza
  • Sudorazione notturna e perdita di peso inspiegabile
  • Gonfiore persistente dei linfonodi
  • Questi sintomi non devono mai essere ignorati, soprattutto se durano nel tempo o peggiorano. Rappresentano un valido motivo per rivolgersi al proprio medico, che saprà richiedere i test di laboratorio più appropriati.

    Le analisi del sangue più utili per valutare le difese immunitarie

    Non esiste un unico esame in grado di valutare lo stato del sistema immunitario; solitamente, si ricorre a una serie di analisi ematiche che, messe insieme, forniscono una panoramica precisa su eventuali alterazioni. Le principali sono:

    Emocromo completo

    L’emocromo è l’analisi di base da cui partire. Fornisce indicazioni sul numero totale di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine, oltre che sui sottotipi di leucociti (neutrofili, linfociti, monociti, eosinofili, basofili). Un calo del numero totale dei globuli bianchi (leucopenia) o una riduzione di un particolare sottotipo possono aiutare a individuare anomalie o carenze.

    Conta dei linfociti

    I linfociti rappresentano una sottopopolazione di globuli bianchi essenziale per la risposta immunitaria. Questo parametro misura il numero di linfociti circolanti, fornendo un’indicazione diretta della capacità del sistema immunitario di reagire agli agenti esterni. Un valore basso può suggerire un indebolimento della risposta difensiva.

    Tipizzazione linfocitaria

    Procedura più avanzata, la tipizzazione linfocitaria serve a individuare con precisione quali categorie di linfociti (ad esempio T, B, Natural Killer) siano ridotte o alterate. Questo test è particolarmente utile in caso di infezioni gravi e ripetute, sospette immunodeficienze o per monitorare alcune terapie. Può essere fondamentale anche nei follow-up di malattie croniche o autoimmuni.

    Dosaggio delle immunoglobuline (anticorpi)

    Le immunoglobuline o anticorpi sono proteine plasmatiche prodotte dai linfociti B, ricoprendo un ruolo chiave nel neutralizzare gli agenti patogeni. Il loro dosaggio misura la quantità dei diversi tipi circolanti (IgA, IgM, IgG, IgE) e può identificare carenze specifiche (immunodeficienze).

    VES e PCR

    La velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva (PCR) sono indici aspecifici di infiammazione. Non valutano direttamente la capacità immunitaria, ma sono di supporto nell’identificare uno stato infiammatorio persistente o cronico.

    Test funzionali linfocitari

    In casi selezionati, si può ricorrere a esami di secondo livello che valutano la capacità dei linfociti di reagire agli stimoli (test di proliferazione linfocitaria). Si tratta di indagini specialistiche, riservate a pazienti con sospette immunodeficienze primarie o secondarie.

    Interpretazione dei risultati e quando rivolgersi allo specialista

    L’interpretazione dei valori ottenuti da queste analisi va sempre affidata al medico, in quanto ogni parametro va valutato nel contesto clinico generale e, se necessario, integrato con ulteriori accertamenti. In alcuni casi, i risultati possono essere alterati da condizioni transitorie (azioni di farmaci, infezioni recenti, situazioni di forte stress psicofisico o alimentazione disordinata).

    Spesso non è necessario allarmarsi per leggere “valori fuori norma” su un singolo esame. Solitamente, occorre prestare particolare attenzione a:

  • Bassi valori persistenti dei globuli bianchi e linfociti, anche su più controlli consecutivi
  • Alterazione marcata del dosaggio delle immunoglobuline
  • Presenza di più sintomi compatibili o di infezioni gravi e ripetute
  • In questi casi, il medico potrà indirizzare verso una visita immunologica, un consulto ematologico o infettivologico per inquadrare il quadro complessivo e stabilire eventuali strategie di trattamento o prevenzione.

    Prevenzione e rafforzamento: cosa fare nella vita quotidiana

    Oltre agli esami di laboratorio, è essenziale non trascurare corretti stili di vita e strategie di prevenzione che aiutano a mantenere efficiente il proprio sistema difensivo. Alcuni consigli utili:

  • Curare l’alimentazione: una dieta equilibrata e ricca di vitamine (soprattutto A, C, D), minerali e proteine favorisce il corretto funzionamento immunitario
  • Praticare attività fisica regolare, preferibilmente all’aria aperta
  • Mantenere una corretta igiene del sonno: dormire almeno 7-8 ore per notte incrementa la produzione di cellule immunitarie
  • Gestire lo stress, grazie a tecniche di rilassamento, yoga o meditazione
  • Vaccinarsi secondo le indicazioni del medico, soprattutto nei soggetti a rischio
  • Evitare il fumo e la sedentarietà
  • Sostenere le proprie difese significa anche riconoscere tempestivamente i segnali di allarme e intervenire con rapidità nei momenti di maggiore vulnerabilità. In caso di dubbi, uno screening con i test sopra menzionati, seguito da una valutazione specialistica, rappresenta la modalità più efficace e sicura per prendersi cura del proprio sistema immunitario e della salute generale dell’organismo.

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