L’afasia è un disturbo che compromette la capacità di produzione, comprensione e ripetizione del linguaggio e può alterare anche l’efficienza dei processi di lettura e scrittura.
I problemi di linguaggio sono causati, nella maggior parte delle persone, da patologie nell’emisfero cerebrale sinistro come tumore cerebrale, ictus o trauma cranico.
Le manifestazioni cliniche dell’afasia possono variare notevolmente, da condizioni in cui l’uso del linguaggio per comunicare è quasi impossibile, a difficoltà che riguardano uno specifico aspetto delle competenze linguistiche (es. trovare i nomi degli oggetti, uso della scrittura). Nonostante esistano diversi tipi di afasia, è possibile caratterizzare le sindromi in base alla quantità di parole prodotte.
Si distinguono quindi afasie fluenti, in cui il paziente è in grado di produrre un adeguato numero di parole, ed afasie non fluenti, in cui l’eloquio spontaneo può essere ridotto al punto da produrre soltanto singole sillabe.
Un’altra classificazione riguarda la comprensione del linguaggio. Alcuni pazienti, infatti, mantengono intatta la capacità di recepire messaggi linguistici, mentre in altri casi questa funzione risulta alterata.
Le persone afasiche non subiscono modificazioni dell’intelligenza e rimangono competenti, in grado di prendere decisioni e condividere idee e sentimenti, sebbene abbiano difficoltà ad esprimerli mediante il linguaggio.
Cosa fare nel caso di evidenti difficoltà di linguaggio
Nel caso in cui un paziente manifesti difficoltà di linguaggio, il primo passaggio necessario è la valutazione neuropsicologica, che permette di chiarire la natura del problema e di discriminare le aree interessate dal disturbo da quelle risparmiate.
Dopo che l’afasia è stata caratterizzata è necessario impostare ed iniziare un trattamento logopedico specifico per il recupero delle difficoltà individuate.
Cosa possono fare i familiari
Per affrontare i problemi quotidiani di un paziente afasico, è necessario che i familiari comprendano che si tratta di un disturbo grave e che può avere ripercussioni negative sull’umore, determinando reazioni di rabbia o atteggiamenti di rinuncia che, tuttavia, non vanno interpretati come un rifiuto di esprimersi.
Nel momento in cui si comunica con una persona afasica è utile:
- Parlare lentamente, usando frasi brevi intervallate da pause
- Fare richieste singole, in modo da facilitare le risposte
- Accertarsi che il paziente abbia compreso il messaggio e, se necessario, ripetere la frase
- Prediligere la conversazione a due, per ridurre il livello di confusione
- Evitare di rivolgersi al paziente utilizzando un linguaggio infantile
Quando si ascolta una persona afasica è necessario:
- Cercare di comprendere il significato del messaggio, senza puntualizzare gli eventuali errori commessi dal paziente
- Rispettare i tempi comunicativi, evitando di dare suggerimenti o sostituirsi al paziente
- Assumere un atteggiamento aperto alla comunicazione e favorire l’espressione dei bisogni
- Suggerire, se possibile, l’utilizzo della scrittura o di gesti ma senza insistere